giovedì 2 agosto 2012

Quando la moda incontra l'arte e il design

A Roma nel suo atelier in Via del Portico d'Ottavia 13, a pochi passi dal Lungotevere, nel cuore dell'antico quartiere ebraico, Valentina Bonomo ha accolto una serie di artisti contemporanei che hanno utilizzato abiti in carta come supporto per le loro creazioni .

Nell'opera di Maurizio Canavacciuolo la superficie dell’abito è completamente tatuata da complessi motivi decorativi derivati dalla tradizione europea e mediorientale.



L'immagine di Pepita appare invece sull'abito disegnato da Iaia Filiberti 


Rappresenta un omaggio ad Andy Warhol l'esposizione di un  abito da lui firmato e realizzato nel 1964 dalla Campbell Soup, omaggio per le clienti che acquistavano 5 barattoli di zuppa.


Andy Warhol, che ha usato la Campbell Soup come soggetto delle sue opere più conosciute ripetuta in maniera seriale, ha in un secondo momento firmato questi abiti facendoli propri.
Il prodotto diventa protagonista anche di un oggetto di uso comune  come l’abito.
L’uso degli oggetti di consumo e la loro sovrapposizione su qualsiasi supporto è una delle idee portanti della Pop Art ed in particolare di Andy Warhol.
L’abito proviene dalla collezione della WoodWard Gallery di New York.



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